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Allarme Istat settembre 2012: calo compravendite e rischio crollo

L’Istat, cioè l’istituto nazionale di statistica, lancia l’allarme per il 2013 e non è che il 2012, come andremo a vedere, abbia regalata pagine rosa all’economia nazionale.
L’Istat ha fatto recentemente notare che  il 92,9% delle convenzioni di compravendita effettuate nel primo trimestre di questo anno ha riguardato gli immobili ad uso abitativo mentre il 6,3% riguarda gli immobili ad uso economico.

In una nota diffusa dall’Istituto possiamo leggere quanto segue:

“Nel primo trimestre 2012 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, si registrano variazioni tendenziali negative in tutte le ripartizioni territoriali per entrambe le tipologie di compravendita. Le compravendite di unita’ immobiliari in totale diminuiscono in maggior misura al Centro (-21%), nelle Isole (-18,1%) e nel Nord-est (-17,8%); le diminuzioni tendenziali registrate al Nord-ovest (-14,7%) e al Sud (-14,2%) sono piu’ contenute ed inferiori a quella media nazionale (-16,9%). L’andamento e’ analogo per le compravendite di unita’ immobiliari ad uso abitazione ed accessori. Anche per le compravendite ad uso economico e’ il Centro (-22,4%) a registrare il calo tendenziale piu’ marcato; e’ superiore a quella media nazionale (-11,8%) la diminuzione osservata al Nord-est (-18,4%), mentre le flessioni minori, e sensibilmente al di sotto della media nazionale, si registrano al Sud (-7,8%) e, in particolare, nel Nord-est (-1,9%). E’ sostanzialmente in linea con il dato nazionale la variazione tendenziale negativa osservata nelle Isole (-11,7%)”. Quanto alla ripartizione territoriale dei mutui, per quelli “senza costituzione di ipoteca immobiliare e’ il Centro, con una diminuzione tendenziale del 74,5%, a registrare la flessione piu’ marcata; il calo minore si rileva nelle Isole (-53,9%)

Sono inferiori a quella media nazionale (-63,6%) le variazioni tendenziali osservate al Nord-est (-61,4%), al Sud (-60,8%) e al Nord-ovest (-59,7%). Per i mutui garantiti da ipoteca immobiliare il calo tendenziale maggiore si registra nelle Isole (-45,8%) ed e’ superiore a quella media nazionale (-39,2%) anche la diminuzione tendenziale osservata al Sud (-41,3%); inferiori sono le flessioni osservate nel Centro (-37,8%) e nel Nord-est (-36,8%). In linea con il dato medio nazionale e’ la diminuzione osservata nel Nord-ovest (-39,2%)”.

D’altro canto, sempre secondo l’Istat l’ assenza i rinnovi delle retribuzione la crescita annua dell’indice contrattuale, a partire da gennaio 2013, è destinata inevitabilmente a crollare, attestandosi sulla soglia dello 0,9 per cento.  Infatti, per la fine di dicembre 2012 sono in scadenza gran parte dei contratti dell’industria.