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Il debito pubblico italiano 2011: senza crescita, declassamento

Le previsioni di crescita dell’Italia tra l’attuale anno 2011 e il 2014, secondo Standard & Poor’s, sono dimezzate. Tanto che, il nostro paese si è meritato un taglio negativo del rating dalla ‘A+’ che avevamo prima, alla ‘A’. Le cause di questa inevitabile previsione di scarsa crescita? Innanzitutto, la concreta sensazione che ci sia una sorta di ‘paralisi’ politica, e un conseguente slittamento del processo di risanamento dei nostri conti pubblici. Ma, lo spauracchio di un ulteriore abbassamento del rating dell’Italia è sempre dietro l’angolo e si parla di un taglio già nei prossimi 12/18 mesi, così come sta recentemente accadendo agli Stati Uniti. “La manovra da circa 60 miliardi rappresenta uno sforzo di consolidamento dei conti pubblici che potrebbe essere disatteso. Una crescita inferiore alle previsioni riduce il gettito atteso in una manovra per 2/3 basata sull’incremento delle entrate dove i contribuenti sono già tassati molto, facendo salire il deficit”.

La dichiarazione è estrapolata da una conferenza stampa televisiva in cui Eileen Zhang, associate director e Moritz Kraemer, managing director per i rating sovrani di S&P’s, hanno messo in luce chiaramente gli effetti del processo in corso, nel quale l’inarrestabile calo della domanda interna ed esterna e dall’altra parte il conseguente aumento del finanziamento del debito pubblico e privato, inevitabilmente frenano la crescita del nostro paese Italia. Ma la possibilità che l’Italia riesca ad evitare un nuovo declassamento c’è: “se il governo riuscirà ad ottenere il sostegno politico necessario per attuare riforme strutturali intese a promuovere la crescita, le quali, a loro volta, finiranno col favorire una riduzione sostanziale del debito pubblico netto nel medio termine, potremmo confermare i rating al livello attuale”.