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Il debito pubblico sale ma il declassamento di Moody's è sospetto

I dati prodotti dal bollettino statistico di via Nazionale mostrano che per Bankitalia c’è un nuovo record di debito pubblico, a cui si aggiunge il declassamento di Moody’s , davvero troppo tempestivo come andremo a vedere, accompagnato da un aumento delle entrate tributarie.  In pratica fino ad oggi  il fabbisogno complessivo, pari a 53,1 miliardi, è stato superiore di 5 miliardi rispetto a quello registrato nel corrispondente periodo del 2011, cioè 48,2 miliardi.

Secondo Bankitalia ad aver influito in maniera massiccia sono stati gli esborsi in favore degli altri paesi dell’area dell’euro, si parla di  circa 16,4 miliardi, a fronte dei 4,7 nel 2011; mentre in senso opposto hanno inciso, e non poco, le misure relative alla tesoreria unica,  9 miliardi di euro riversati dal sistema bancario alla tesoreria centrale.

La situazione economica italiana è sì complicata, ma d’altra parte le tempistiche del declassamento da parte di Moody’s  non convincono troppo, come afferma il presidente della Consob, Giueppe Vergas, a La Stampa:

“Da luglio dell’anno scorso, fra banche e debiti sovrani, Moody’s  ha prodotto sull’Italia 27 giudizi. Questa volta lo ha fatto a poche ore da un’importante emissione di titoli di Stato a tre anni. Puo’ essersi trattato di una coincidenza, ma quando le coincidenze si moltiplicano i sospetti diventano leciti. Il punto di vista delle tre grandi di agenzie di rating è soggettivo, eppure ha valore legale. Al di sotto di un certo rating le regole di vigilanza impongono a un fondo di investimento l’obbligo di disinvestire i titoli” e, sempre a suo dire, “la Bce risente molto dei limiti del suo statuto, e finche’ non avra’ poteri simili a banche centrali come quella inglese, giapponese o americana sara’ difficile fronteggiare gli attacchi speculativi”.