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Tassa patrimoniale conti correnti: come funziona

Da alcuni mesi ormai si discute di frequente e spesso con toni molti accesi di reintrodurre la tassa patrimoniale: per uscire dal difficile momento di crisi che l’Italia sta attraversando, infatti, il nuovo Governo Monti sta mettendo a punto una serie di riforme e di misure che possano far uscire il paese dall’impasse economico- finanziaria il più rapidamente possibile. Per quel che riguarda la tassa patrimoniale, già proposta senza esiti positivi durante il precedente governo Berlusconi, essa è fonte di dubbi e dibattiti anche in questi giorni.

La tassa patrimoniale prende il nome dalla sua peculiarità, quella di prendere come punto di riferimento il patrimonio piuttosto che il reddito individuale. Essa può essere applicata ai beni immobili o ai conti correnti: la legge patrimoniale sui conti correnti prevede il prelievo forzoso di una percentuale del reddito sul proprio conto corrente. L’ipotesi di un’ulteriore tassa non piace molto a coloro che si troverebbero a vedere i propri conti impoveriti e provati dall’ennesima tassa che si dichiara necessaria per la ripresa economica del paese. Intanto da Bruxelles è arrivato nei giorni passati un deciso no nei confronti della tassa patrimoniale, ritenuta inutile e persino dannosa in quanto potrebbe agevolare una fuga di capitali, a differenza di una nuova introduzione dell’Ici, giudicata molto utile e quasi inevitabile per superare il difficile momento di stallo. Le opinioni di Bruxelles, naturalmente, per quanto estremamente importanti, non potranno tuttavia decidere le sorti e le decisioni vere e proprie del governo italiano in riferimento alla suddetta tassa.